Il viaggio di mamma e papà: conoscere se stessi per conoscere i propri figli

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C’erano una volta una mamma ed un papà alla scoperta del loro piccolo … Dalla nascita tanto attesa, dai sogni della gravidanza all’arrivo concreto di un piccolo indifeso che si ama incondizionatamente, ma che poco si conosce e con cui si deve familiarizzare in un percorso molto emozionante e non sempre facile.

Inizia il viaggio… che avventura!

Essere genitori è un compito complesso, ricco di emozioni e di stimoli che portano ad una crescita continua “il genitore cresce insieme al suo bambino così come il bambino cresce insieme alla sua mamma e al suo papà”.

E’ un viaggio in cui ci assume la responsabilità dello sviluppo psico-fisico dei figli lungo un percorso tutt’altro che certo, senza indicazioni definite. Per questo essere genitori comporta tutta una serie di emozioni che vanno dalla gioia alla fatica, di curiosità, di dubbi ed interrogativi, di preoccupazioni e di ricerca di soluzioni nell’intento di prendersi cura di un’altra persona, di favorire la sua crescita armonica e il suo benessere. Un ruolo per cui non esistono manuali o ricette predefinite ma che si scopre e si costruisce progressivamente, richiede tempo e non è mai dato una volta per tutte.

Si diventa genitori nel momento della nascita di un figlio ma questo ruolo è in continua evoluzione e si deve adattare alle varie fasi di sviluppo del figlio e della famiglia stessa. Per questo il “mestiere” di genitori invita alla ricerca di soluzioni sempre nuove, stimola la messa in discussione, richiede di saper rispondere ad esigenze diverse evitando di arroccarsi su atteggiamenti rigidi e soluzioni precostituite.

I genitori possono essere definiti come “allenatori di vita” del bambino, ossia coloro che lo aiutano a crescere, a stare bene con se stesso e con il mondo, a sentirsi sicuro, ad occupare un posto nel mondo. L’esperienza relazionale con i genitori ha delle implicazioni fondamentali nella formazione della personalità del bambino e, quindi, del suo sviluppo cognitivo, emotivo e relazionale. Tanto più serena sarà tale relazione, tanto più aiuterà il bambino ad essere un adulto completo, libero e sereno, capace di riconoscere le proprie emozioni e i propri punti di forza e di debolezza, di affrontare i momenti di difficoltà.

Per fare questo i genitori non devono certo aspirare alla perfezione! Sfatiamo il mito secondo cui si è bravi genitori se non si presentano difficoltà. Nascondere le difficoltà spesso porta solo ad ingigantirle.

Tutti i genitori cercano di fare del loro meglio per i figli: questo è l’assunto di base da cui partire. Ma ricordiamoci che i genitori perfetti non esistono, così come non esistono i figli perfetti. I genitori possono aspirare ad essere degli allenatori “sufficientemente buoni” e per fare questo devono essersi allenati a loro volta. Questo cosa significa? Che per crescere in modo sereno i figli è sicuramente importante conoscere molte cose che li riguardano ed essere informati, ma soprattutto è indispensabile conoscere se stessi. 

Tale conoscenza passa attraverso la capacità di essere degli adulti sereni. E cosa sarà mai questa serenità? Essere mediamente a contatto con le proprie emozioni ossia con una certa capacità di leggere quello che accade dentro, saper fare i conti anche con emozioni dolorose e sofferenze senza nasconderle a sé e agli altri, essere liberi di esprimersi, saper riconoscere proprie forze e debolezze. Avere consapevolezza di essere stati a propria volta dei bambini con dei genitori: infatti, aspetti della propria infanzia possono entrare in gioco nel rapporto con il proprio figlio ed è importante esserne consapevoli e poterci fare i conti. Si consideri anche che durante il periodo della gravidanza si assiste ad una messa in discussione su più fronti: identità personale, passaggio dal ruolo di figlio a quello di genitore, rapporto con i propri genitori (considerando anche le eventuali ferite del passato), rapporto di coppia che transita dalla coppia coniugale a quella parentale. Tale messa in discussione porta a nuove consapevolezze e potrà ripresentarsi nel corso della crescita dei figli proprio perché il ruolo di genitore non può essere svincolato da quello di individuo che porta con sé caratteristiche personali, esperienze, vissuti, desideri.

Stare bene con se stessi come adulti permette di creare un rapporto unico ed esclusivo con il proprio figlio senza doversi paragonare ad altri genitori o cercare un libretto delle istruzioni; di non aver paura di mostrare le proprie emozioni; di lasciare i figli “liberi” di esprimersi secondo le proprie inclinazioni senza che sul figlio si creino eccessive aspettative (es. aspettarsi che il figlio realizzi quello che il genitore non è riuscito a fare, vedere il figlio come collante della coppia in crisi); di saper riconoscere le difficoltà personali come genitore o nel rapporto con il figlio, senza lasciarsi influenzare dall’idea di genitore perfetto, senza temere di essere giudicati incapaci o senza i sensi di colpa perché le cose non vanno come ci si aspettava;  di adattarsi elasticamente alle esigenze del bambino ascoltando e capendo i suoi bisogni; di riuscire a dare regole e confini di cui il bambino ha bisogno senza vivere sensi di colpa per paura di farlo soffrire.

Questo è un piccolo segreto per poter vivere tutti felici e contenti…. che non significa non incontrare mai difficoltà, non provare sentimenti ambivalenti verso i figli, non vedere mai i propri figli soffrire o non soffrire mai come genitori. Anche la sofferenza e la frustrazione sono aspetti della vita da cui non possiamo sempre ripararci e proteggere i nostri piccoli. E’ importante non sentirsi inadeguati e non vivere sensi di colpa ma essere sufficientemente attrezzati per affrontare anche questo: sapersi mettere in discussione come adulti, saper chiedere aiuto, leggere il presentarsi di alcune difficoltà come risorsa preziosa per apportare dei cambiamenti che possano favorire la crescita armonica dei figli e la relazione con loro.

Sembra proprio una bella avventura!

                                                                                                                                 Dott.ssa Francesca Zerbi

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