La storia di una coppia. Quando i principi e le principesse si svestono dei loro abiti migliori
Ed ecco che quei due si incontrano e si piacciono molto. Passano l’intera serata a parlare, parlare e parlare dimenticandosi del resto del mondo. Poi arriva il momento di salutarsi: lui chiede il numero a lei che non aspettava altro. Con il sorriso stampato ognuno torna a casa propria ed andando a letto ripensa a quel lui o a quella lei conosciuto in una serata come tante. Lei magari si dice “Speriamo mi scriva!” e lui si chiede “Sarà troppo chiederle di uscire? Cosa faccio?”. Che belle quelle emozioni degli inizi, quelle attese, la voglia di vedersi, la curiosità reciproca. Iniziano le prime uscite e tutto procede a meraviglia, si investe sull’altro con la voglia di costruire qualcosa di più serio, si crede che possa essere “la persona giusta tra tante, il mio principe azzurro, la mia principessa” magari idealizzandola un po’, ci si sente riconosciuti e valorizzati, ci si sente pieni di quel benessere che questa frequentazione riesce a dare e anche tutto ciò che ci circonda sembra molto più semplice.
Ecco questo sarebbe un inizio propizio per un finale da “vissero tutti felici e contenti”. Sembrano esserci davvero le migliori intenzioni nell’incontro tra il principe e la principessa.
Ma come sappiamo nelle migliori storie arrivano sempre dei malefici o delle prove da superare in cui innamoramento- amore non bastano. Il principe e la principessa iniziano a fare i conti con la realtà che a volte può rivelarsi amara e far soffrire molto. Stare insieme non corrisponde inevitabilmente allo stare bene ad ogni costo. Stare insieme non equivale all’essere sempre in armonia ed intendersi alla perfezione. E allora si inizia a capire che stare insieme non è sempre facile: comporta un impegno costante, richiede un lavoro su di sé e sulla coppia, comporta delle ridefinizioni costanti, richiede la disponibilità a comunicare e a cambiare, la capacità di sostenere i momenti di crisi. Questi sono alcuni degli ingredienti che possono favorire un soddisfacente rapporto di coppia permettendone un’evoluzione ed evitando di restare arroccati sull’ideale di questo principe o principessa che ci dovrebbe salvare o rendere la vita migliore. I principi e le principesse si possono cercare ancora anche se svestiti dei loro abiti migliori, si riconoscono se superano le varie peripezie con nuove consapevolezze. Tu sei il mio principe ma per esserlo non devi essere necessariamente ciò che voglio io. Tu sei la mia principessa ma puoi essere come vuoi. Tu non mi salverai, io non dipenderò da te. Noi insieme siamo semplicemente noi con la nostra storia individuale e con una storia comune da costruire.
Niente paura! Può anche accadere che i malefici e le peripezie diventino così faticosi da richiedere l’intervento di un aiutante benevolo a sostegno del principe e della principessa per sostenerli nel completare il loro viaggio insieme o da soli ma consapevoli della strada fatta. Sì perché non tutte le storie finiscono allo stesso modo: ci sono unioni ma anche separazioni, che sono in entrambe i casi la fine di un viaggio di consapevolezza.
Questo ci porta a riflettere su alcuni aspetti che intervengono nella formazione di una coppia. Essa, infatti, non è la semplice somma di due individui: ogni partner porta all’interno della coppia sé stesso con il proprio bagaglio di esperienze, la propria storia, i propri modelli, le idee che ha sviluppato di come vorrebbe che fosse la propria coppia e delle aspettative legate a questo ideale. Il bagaglio dell’uno si incontra e si scontra con quello dell’altro ed è necessario organizzarli in modo tale da riuscire a definire un terzo della coppia, un patto in cui entrambe si riconoscano.
Quando due persone scelgono di diventare coppia e di condividere un progetto di vita comune vanno incontro a dei cambiamenti ed attraversano diverse fasi. Non è detto che le coppie siano in grado di attraversarle tutte o che le vivano serenamente; anzi, possono essere sperimentate con notevole difficoltà. Queste fasi si possono riassumere in:
-fase dell’innamoramento che può essere definita una vera e propria “luna di miele”. Caratterizzata da una forte attrazione per l’altro, le due persone amano trascorrere molto tempo insieme e individuano nell’altro il partner perfetto, privo di difetti e dotato di qualità e pregi. È la fase in cui il senso di affinità con il compagno raggiunge il suo apice maggiore e dove domina il meccanismo dell’idealizzazione.
Dopo questo periodo, in cui ci si è soffermati solo sulle somiglianze subentra una fase in cui emergono anche le differenze e i difetti dell’altro. Ci troviamo nella fase della differenziazione: nonostante possa sembrare connotata dalla presenza di emozioni negative ed ambivalenti rispetto alla precedente, essa rappresenta un’evoluzione fisiologica e necessaria a cui va incontro la coppia;
-fase della differenziazione. Si passa dall’idealizzazione alla disillusione e al confronto con la realtà. Ci si accorge delle mancanze, dei difetti, degli aspetti che non ci piacciono della persona che fino a poco prima rappresentava il nostro principe o la nostra principessa. Possono cadere anche le aspettative e l’illusione che l’altro ci completi o che diventi la soluzione a nostre difficoltà personali. Sentimenti di tristezza e di rabbia per aver perso il partner idealizzato possono prendere il sopravvento. E’ molto comune che in questo periodo si assista ai primi conflitti relazionali che la coppia deve imparare a gestire. Può accadere che alla fine di questa fase, da entrambe le parti e di comune accordo si decida di interrompere il rapporto perché ci si scopre troppo diversi o al contrario si accetta la diversità dell’altro e si sente il desiderio di proseguire nella relazione. Rimanere ancorati all’idea illusoria ed idealizzata dell’altro non aiuta ad evolvere la coppia;
-fase della sperimentazione. Rappresenta la fase in cui ciascun partner cerca di affermare la propria identità nella coppia, prevale il senso di autonomia, riemerge la voglia di aprirsi al mondo e alle relazioni sociali e la struttura della coppia viene ridimensionata. In questa fase, alcune dinamiche relazionali possono provocare notevoli momenti di tensione o conflitto poiché per uno dei due l’affermazione di indipendenza del proprio compagno può essere vissuta con ansia, senso di minaccia e di perdita;
-fase del riavvicinamento. La coppia impara ad alternare momenti per sé stessa a momenti in cui affermare la propria identità ed autonomia mantenendo da un lato il forte bisogno di sentirsi rassicurati dalla presenza del partner e dall’altro la possibilità di farne a meno in alcuni momenti. È in questa fase che si costruisce l’accettazione dell’altro come individuo e che individualità ed appartenenza devono trovare un equilibrio. Al contrario, se non si è verificata un’adeguata simbiosi seguita da un’adeguata differenziazione, può accadere che i partner gestiscano questa difficoltà passando all’agito, ad esempio tradendo, aumentando così il rischio di un allontanamento;
-fase dell’interdipendenza. In questa fase i due partner hanno raggiunto un equilibrio. La singola identità dei due partner trova un proprio spazio di autonomia così come i momenti di intimità e condivisione di coppia. Nasce la necessità di delineare maggiormente il progetto di vita comune, ci si supporta a vicenda nei momenti di difficoltà e la complicità raggiunge un livello di stabilità, si creano dei rituali che rendono quella coppia unica e riconoscibile per i membri che la compongono.
Va specificato che queste fasi possono andare incontro a varie transizioni e non espletarsi in modo così definito e consequenziale; tuttavia, possono aiutare a comprendere la complessità dell’instaurarsi di una relazione di coppia che tutto è tranne che staticità e presenza fisica. In tutto questo non dimentichiamo che sono coinvolte due persone con una propria storia e che portano la loro individualità all’interno della relazione creando delle dinamiche complesse di cui non possiamo non interessarci se vogliamo promuovere una relazione soddisfacente e fonte di benessere. E’ necessario che la coppia si scelga e si alimenti ogni giorno.
Dott.ssa Francesca Zerbi