PROBLEMATICHE TRATTATE
Come psicologa-psicoterapeuta a Brescia e Montichiari per quali problematiche psicologiche è possibile contattarmi?
Il principale obiettivo è quello di promuovere il benessere psicologico favorendo la crescita personale e di prevenire eventuali condizioni di malessere.
Di seguito, un elenco delle difficoltà/problematiche di cui mi occupo nello Studio di psicologia di Brescia e provincia. Si tratta di un elenco indicativo ma non esaustivo. La persona, infatti, deve sentirsi libera di rivolgersi ad uno psicologo qualora ne avverta la necessità: l’essere umano, infatti, è un’entità complessa che può mostrare un buon funzionamento in alcune aree insieme a piccoli o grandi disagi in altre aree della sua vita. Sarà poi il professionista ad avere le competenze per aiutare a definire maggiormente la situazione comprendendo insieme quello di cui si necessita.
• Disturbo d’ansia e gestione dello stress
• Depressione e disturbi dell’umore
• Disturbi dell’alimentazione o difficoltà nella gestione del comportamento alimentare
• Sintomi psicosomatici
• Difficoltà o crisi nella coppia
• Difficoltà relazionali (familiari, amicali) o della sfera affettiva
• Difficoltà legate all’espressione, riconoscimento e gestione delle emozioni
• Difficoltà nell’area dell’autostima
• Difficoltà legate a particolari eventi stressanti (es. lutto, separazione, licenziamento, cambiamento lavorativo)
• Difficoltà legate all’età (infanzia, adolescenza, età adulta) e alle fasi di crescita e di sviluppo individuale
• Difficoltà legate alla genitorialità
• Momenti di crisi e presa di decisioni
• Disturbi di personalità
• Dipendenze patologiche (in questo caso il lavoro è dedicato anche al sostegno psicologico ai familiari)
Disturbi d’ansia
Sono condizioni che comportano una quantità eccessiva di ansia, paura, nervosismo o preoccupazione con conseguente stato di allerta, tensione e distrazione. L’ansia, se costante o intensa, può andare a compromettere il funzionamento generale della persona ed inficiare notevolmente il benessere psico-fisico.
I disturbi d’ansia sono attualmente molto frequenti nella nostra società, ma non vanno sottovalutati. Essi possono riguardare persone di tutte le età e manifestarsi in forma diversa.
Tra i disturbi d’ansia vi sono il disturbo d’ansia generalizzata, attacchi di panico, fobie specifiche e fobia sociale.
Anche lo stress può diventare un “cattivo alleato”. Se in condizioni abituali lo stress ci aiuta nell’essere efficienti, quando esso supera una certa soglia può diventare paralizzante, limitare le nostre risorse, creare difficoltà di concentrazione, ridurre le nostre prestazioni e la capacità di gestione della quotidianità. In queste circostanze può essere utile consultare uno psicologo per comprendere quello che non sta funzionando.
Depressione e disturbi dell’umore
Il disturbo depressivo non è uno stato d’animo che passa, non è un umore deflesso momentaneo, non è una situazione dalla quale la persona può uscire autonomamente come accede quando ci si sente tristi. La depressione è un disturbo che richiede un intervento specifico per essere gestito e superato. Poco efficaci risultano le colpevolizzazioni e i consigli di “farsi forza” perché non si tratta di un semplice atto di volontà o di impegno per poter uscire da questa difficile e complessa situazione.
La depressione può essere spesso la manifestazione di altre problematiche non risolte o non trattate adeguatamente (ad esempio problemi relazionali, disturbi di personalità, lutti non risolti, disturbi alimentari, etc.).
Nei disturbi dell’umore rientrano: depressione maggiore, disturbo distimico, depressione post-partum, disturbo bipolare.
Disturbi dell’alimentazione
Le persone con disturbi del comportamento alimentare sono caratterizzate da comportamenti anomali nei confronti del cibo, tali da indurre cambiamenti significativi nelle abitudini alimentari e nel rapporto con il cibo. Nei disturbi del comportamento alimentare il cibo e, quindi, il rapporto con esso viene alterato in quanto non rappresenta più un bisogno primario legato al nutrimento, ma diventa espressione o modalità per gestire delle condizioni di malessere psichico.
Tra i disturbi del comportamento alimentare rientrano: disturbo alimentare evitante-restrittivo, anoressia nervosa, bulimia nervosa, disturbo da alimentazione incontrollata, obesità. Ognuna di queste rappresenta una tipologia diversa di disturbo alimentare, sia nella manifestazione che nelle modalità di espressione e mantenimento. Per questo richiedono trattamenti diversi e specifici. Questi disturbi, inoltre, sollecitano molto anche l’ambiente circostante, soprattutto quello familiare, alla ricerca di soluzioni che spesso si rivelano controproducenti. Si rende, quindi, necessario anche un intervento a livello familiare.
Si possono osservare anche delle difficoltà del comportamento alimentare che non determinano dei cambiamenti significativi nei comportamenti e nelle abitudini alimentari, ma che possono essere considerate dei “segnali” di un malessere emotivo di cui il cibo diventa veicolo e che, quindi, non vanno sottovalutati.
Sintomi psicosomatici
Ci possono essere dei disturbi fisici la cui origine o esacerbazione può essere legata ad aspetti emotivi. Come ampiamente dimostrato, esiste una stretta connessione tra mente e corpo per cui processi psicologici e fisici si influenzano reciprocamente. Partendo da questo presupposto, può accadere che disturbi fisici siano determinati o esacerbati da stati emotivi a cui non si è riusciti a dare parola ed ascolto (es. disturbo da alopecia). Spesso si arriva tardi ad una consultazione psicologica e come “ultima spiaggia” dopo lunghi pellegrinaggi tra visite mediche ed esami ed un accumulo di sofferenza.
È altrettanto vero, che prima di attribuire una causa psicologica ad un malessere fisico è sempre necessario un consulto medico.
Difficoltà o crisi nella coppia
Nel ciclo di vita della coppia ci possono essere dei momenti di crisi. La crisi di per sé non ha un valore negativo ma può rappresentare un momento importante di crescita e maturazione. Può essere una buona occasione per fermarsi a riflettere, per rivedere una relazione che non sta più funzionando e per modificare alcuni aspetti in un’ottica di maggior benessere. Non sempre si riesce ad uscire da soli da una crisi ma può essere utile rivolgersi ad uno psicoterapeuta che ci aiuti a fare chiarezza e a comprendere che cosa non stia funzionando nel rapporto di coppia e quali soluzioni si possano individuare.
Le ragioni di una crisi possono ricercarsi nella comunicazione tra i partner, nelle fasi di vita che ciascuno dei due attraversa, nella capacità di affrontare e superare gli ostacoli non tanto come individui ma come un sistema univoco, pur mantenendo ciascuno la propria individualità.
I problemi che spesso si riscontrano, ad esempio, possono essere:
• difficoltà di comunicazione nella coppia
• conflittualità nella coppia
• tradimenti
• gelosia
• separazione
• fine di una relazione
• dipendenza affettiva
Difficoltà relazionali, della sfera affettiva, nelle relazioni familiari
Gli esseri umani sono esseri sociali. Noi nasciamo e cresciamo in relazione ed è anche attraverso la relazione che ci formiamo come individui. La relazione rappresenta una parte significativa della vita degli individui ed è un’area di investimento importante. Questo non significa che le relazioni facciano sempre stare bene e ci permettano di trarne soddisfazione. Alcune volte, sono proprio le relazioni a metterci in difficoltà per motivi di vario genere.
Una difficoltà o sofferenza legata a quest’area vale la pena di essere presa in considerazione per poterne comprendere l’origine, riconoscere i vissuti disturbanti, andare ad identificare schemi poco funzionali per integrarli con schemi più funzionali e soddisfacenti.
Difficoltà legate all’espressione, riconoscimento e gestione delle emozioni
Le emozioni sono una parte fondamentale del nostro funzionamento. Saper leggere le nostre emozioni e saperle esprimere ci permette di essere consapevoli di quanto ci sta accadendo e riconoscere le motivazioni che possono guidare alcune nostre scelte o comportamenti. Nel caso ci sia una difficoltà significativa nella lettura ed espressione delle emozioni fino ad arrivare ad un vero e proprio blocco, è possibile ricorrere a modalità alternative, distorte e spesso inconsapevoli di gestione, quali ad esempio:
• uso di sostanze o disturbi alimentari per evitare di sentire emozioni spiacevoli
• acting-out sotto la spinta di emozioni forti che non si riescono a contenere
• situazioni estreme che permettano di sentire “qualcosa” davanti ad uno stato di alessitimia
Questi vogliono essere solo alcuni esempi per far comprendere come le emozioni svolgano un ruolo significativo sul funzionamento e sul benessere personale e relazionale.
Problematiche legate all’autostima
L’autostima comprende: la soddisfazione di sé, la consapevolezza del proprio valore e la fiducia nella propria capacità di svolgere un determinato compito. È una valutazione che la persona ha di sé stessa, è comprensione dei propri bisogni, emozioni, potenzialità. Possedere una buona autostima permette di sentirsi bene con sé stessi, nel mondo e di avere relazioni soddisfacenti con le altre persone.
Ci sono persone che hanno una scarsa considerazione e fiducia di sé stesse
e nel mondo, hanno difficoltà ad ascoltarsi e ad individuare i bisogni personali, tendenza a dipendere dagli altri per definire il proprio valore e le proprie capacità.
Tutti questi fattori possono determinare quella che viene definita “scarsa autostima” con conseguente disagio personale e relazionale.
Al contrario, ci sono persone che hanno un’eccessiva considerazione, sono molto testarde e sicure di sé, ma allo stesso tempo fanno fatica a riconoscere i propri errori e gli eventuali comportamenti alternativi. In questo caso si parla di “autostima ipertrofica”.
Riuscire ad avere una buona considerazione di sé stessi, senza collocarsi ai due estremi descritti precedentemente, è la base per il benessere psicologico e relazionale.
È possibile produrre dei cambiamenti sul livello di autostima e di considerazione personale lavorando sulla comprensione delle cause all’origine di tale difficoltà, sugli ostacoli che concorrono allo sviluppo e al mantenimento di un buon livello di autostima.
Momenti di crisi e presa di decisioni
La crisi è la rottura di un equilibrio precedente che porta con sé vissuti di incertezza, disorientamento, timori, malessere e sensazione di non poter trovare un nuovo benessere. In realtà, la crisi può essere un’opportunità di crescita e sviluppo personale se adeguatamente affrontata e gestita.
Può essere determinata da fattori esterni (es. la fine di una relazione, un lutto) ma anche da fattori interni alla persona (es. acquisizione di nuovi bisogni).
I momenti “critici” nella vita di una persona possono essere molteplici ed implicano sempre un cambiamento che fa seguito alla rottura di un equilibrio precedente. Si tratta di situazioni transitorie che comportano un mutamento a livello personale e/o gruppale e una riorganizzazione interna, a volte difficile e dolorosa ma necessaria. Le fasi di crisi sembrano presentarsi in modo inaspettato, anche se in realtà esistono dei “campanelli di allarme” che non vengono ascoltati.
Altre volte riguardano particolari momenti della vita (es. adolescenza, maternità) che rappresentano l’acquisizione di determinate consapevolezze che vanno integrate nel vissuto personale per favorire un cambiamento e un riadattamento a nuove condizioni di vita. Si tende a considerare la crisi spesso in un’accezione negativa, senza riuscire a coglierne l’aspetto positivo legato al cambiamento e alla crescita personale. Questo può portare a sottovalutarla oppure a non volerla affrontare rimanendo così in una condizione di blocco e di malessere. I momenti di crisi, al contrario, vanno ascoltati ed elaborati perché hanno un potenziale evolutivo e di crescita personale, di riorganizzazione interna più funzionale. Se non ci si dà tempo, spazio e strumenti per gestire questi momenti si assiste al rischio di rimanere intrappolati in una condizione di stallo che si cronicizza e che può dare origine a veri e propri disturbi quali ad es. ansia generalizzata, attacchi di panico, depressione, disturbi psicosomatici. Potrebbe essere utile dare importanza a quanto ci sta accadendo quando iniziamo a vedere che la crisi non si risolve. In queste occasioni, è possibile ricorrere un consulto psicologico che ci permetta di fare maggior chiarezza ed arrivare ad una comprensione di quanto ci sta accadendo senza che si arrivi ad una condizione di eccessivo malessere.
Problematiche legate all’età
Non esiste un’età immune alle difficoltà: ogni fase di vita, infatti si accompagna a problematiche e vissuti specifici, che se non risolti possono diventare causa di sofferenza e per questo richiedono attenzione ed ascolto. Questo può consentire di superare le difficoltà senza che si cronicizzino e possano assumere la forma di un vero e proprio disturbo. Inoltre, potervi fare fronte permette la crescita personale, l’acquisizione o il ripristino di risorse indispensabili per il benessere soggettivo e il recupero di un funzionamento soddisfacente nella quotidianità.
Difficoltà e problemi che possono manifestarsi nel corso dell’infanzia o dell’adolescenza, anche se non sfociano in veri e propri disturbi, possono allarmare genitori o insegnanti.
Questa preoccupazione può portarli a cercare soluzioni che spesso si rivelano poco efficaci o poco producesti. Per questo, può essere utile consultare uno psicologo che li aiuti a comprendere maggiormente la difficoltà presente e ad adottare strategie adeguate e funzionali.
Quando si tratta di infanzia, i bambini non vengono generalmente coinvolti nella terapia ma si lavora con i genitori che diventano “coterapeuti”.
Disturbi di personalità
Ognuno di noi ha un modo personale di stare a contatto con il mondo, un proprio modo di vivere, comportarsi, pensare, stare in relazione, affrontare le esperienze della vita. Ad esempio: c’è chi apprezza la solitudine, chi è più incline alla socializzazione, chi ha bisogno di sentirsi al centro dell’attenzione, chi se ne vergogna, chi tiene tutto in ordine e chi è a suo agio nel caos.
L’insieme di queste caratteristiche definisce la personalità dell’individuo ed è il risultato di componenti bio-psico-sociali.
Le modalità di espressione della personalità si muovono lungo un continuum che va dalla massima flessibilità all’estrema rigidità. Quando la personalità si manifesta in modo rigido e pervasivo, rendendo difficile l’adattamento alla vita e creando condizione di disagio, potremmo essere in presenza di un disturbo di personalità.
Tra i disturbi di personalità troviamo: disturbo ossessivo-compulsivo, disturbo borderline, disturbo evitante, disturbo dipendente, disturbo narcisistico.
Dipendenze patologiche
Per dipendenze patologiche oggi ci si riferisce sia alle dipendenze da sostanze psicoattive, sia ad altri tipi di dipendenza quali gioco d’azzardo patologico, shopping compulsivo, smart-phone, internet e dipendenza affettiva.
La dipendenza da sostanze psicoattive è caratterizzata da una modalità patologica, continuativa, rischiosa e con scarso controllo, di uso della sostanza che conduce ad un disagio clinicamente significativo e alla compromissione del funzionamento individuale, sociale e lavorativo.
Negli altri tipi di dipendenza si parla di dipendenza “senza sostanza” o di dipendenza comportamentale con conseguenze simili sul piano del disagio clinico e della compromissione del funzionamento generale.
Spesso anche i familiari della persona con dipendenza patologica necessitano di un supporto specifico per comprendere la problematica e definire delle strategie di comportamento adeguate.